Il fenomeno dei premi televisivi corrisposti in gettoni d’oro rappresenta da tempo un aspetto singolare della televisione italiana, suscitando interesse e domande tra pubblico e vincitori. Dietro questa prassi si cela ben più di una semplice scelta formale: vi sono motivazioni di carattere fiscale, normativo e, non ultimi, elementi legati al reale valore che arriva poi nelle mani dei concorrenti vincitori. Nel concreto, ricevere un montepremi dichiarato di 100.000 euro non significa affatto vedersi recapitare l’equivalente valore in oro puro e, soprattutto, non vuol dire portare a casa quell’importo in denaro contante.
La prassi nascosta delle produzioni televisive
Numerosi game show come L’Eredità, Affari Tuoi o Reazione a Catena dichiarano in modo trasparente che il montepremi sarà consegnato in gettoni d’oro, ma raramente viene spiegato con chiarezza cosa ciò comporta. Le produzioni televisive preferiscono questa modalità per ragioni di tutela fiscale: pagare in gettoni d’oro semplifica la gestione delle pratiche legate all’Imposta sul Valore Aggiunto (IVA) e alle imposte sulle vincite, regolamentate con una maggiore precisione rispetto ai premi in denaro.
Dal punto di vista amministrativo, il pagamento in gettoni d’oro consente ai produttori di inquadrare il conferimento del premio come acquisto di bene materiale (l’oro, appunto), distinto dal denaro liquido. Questo permette non solo una maggiore chiarezza nella gestione delle imposte, ma anche una semplificazione per quanto riguarda il tracciamento e la gestione dei flussi di denaro.
Il valore effettivo dei gettoni d’oro dopo tasse e conversione
Il passo successivo è comprendere quanto valgono davvero questi premi, considerando tutte le trattenute e le procedure che il vincitore deve affrontare. Prendiamo l’esempio emblematico di una vincita annunciata di 100.000 euro in gettoni d’oro:
- IVA: in primo luogo, dal totale del premio viene immediatamente sottratta l’IVA pari al 22%. Questo rende il premio netto già ridotto a circa 82.000 euro.
- Trattenuta fiscale: in seguito, viene applicata una ritenuta d’imposta del 20% su quanto resta, riducendo l’importo a poco più di 65.000 euro.
- Commissioni di conversione: quando il vincitore decide di convertire i gettoni in denaro, normalmente si rivolge a un banco metalli, che richiede una commissione del 5%. Alla fine, ciò che effettivamente arriva al vincitore può scendere anche a circa 60.000 euro reali.
Se il valore da liquidare supera i 20.000 euro, possono essere applicate ulteriori spese di trasporto assicurato o di sicurezza nella consegna fisica dei gettoni.
Il valore finale, inoltre, è legato alle fluttuazioni della quotazione internazionale dell’oro: il taglio dei gettoni d’oro, di solito in oro 18 carati, può variare ulteriormente in valore reale a seconda del periodo storico in cui vengono fusi e venduti. Fa eccezione la RAI, che usa talvolta gettoni d’oro puro 24 carati, ma la maggior parte delle emittenti usa gettoni a 18 carati (75% oro).
L’attesa e la logistica della consegna degli ori
Non è raro che tra il momento della vittoria televisiva e quello effettivo della consegna dei gettoni passi un periodo anche di sei mesi o più. Questo tempo serve alle produzioni e ai banchi metalli per predisporre fisicamente i gettoni, la cui creazione segue procedure regolate, vista la natura preziosa del metallo trattato.
Durante questa finestra temporale, il valore dell’oro può oscillare notevolmente, rischiando quindi di variare anche il controvalore che il vincitore può ottenere una volta proceduto alla vendita. Questo comporta uno svantaggio ulteriore per i partecipanti e una minore trasparenza del premio rispetto a una semplice vincita in euro. A ciò si aggiungono eventuali spese di assicurazione e trasporto nei casi in cui si scelga di incassare fisicamente i gettoni anziché lasciarli convertire direttamente dal banco metalli.
Le motivazioni legali e fiscali dietro la scelta dei gettoni
Il motivo nascosto di questa preferenza va dunque cercato principalmente tra vincoli normativi e opportunità fiscali. Secondo la legislazione italiana, i premi in denaro vengono trattati con imposte e norme diverse rispetto a quelli in oro o altri beni materiali. Consegnando beni valoriali anziché euro, le società possono applicare procedure più snelle in termini di tassazione immediata e detrazioni, sfruttando anche il maggior controllo su tempi e modalità di pagamento.
Questa prassi, inoltre, tutela maggiormente la produzione nelle eventuali controversie o richieste differenti da parte dei vincitori: se il premio deve essere convertito dal concorrente in euro, la responsabilità della tempistica e della scelta del momento di vendita (magari più o meno favorevole) ricade su chi ha vinto e non più sulla società organizzatrice.
Non vanno dimenticati infine possibili vantaggi in termini di liquidità per le emittenti televisive, che possono pianificare meglio i pagamenti e la gestione delle risorse, evitando di versare direttamente grosse cifre in denaro contante. In molte situazioni, l’utilizzo dei gettoni permette una sorta di dilazione implicita che sarebbe impossibile se si trattasse di premi in valuta legale.
L’impatto psicologico e la percezione del pubblico
Per il telespettatore medio la formula “100.000 euro in gettoni d’oro” suona come una promessa di immediata ricchezza. In realtà, i dettagli amministrativi modificano notevolmente la portata della vincita, lasciando spesso i partecipanti con una somma inferiore alle aspettative iniziali. Un aspetto, questo, che alimenta dibattiti, perplessità e qualche protesta da parte di vincitori e pubblico attenti.
L’utilizzo dei gettoni d’oro mantiene, dal punto di vista televisivo, un alone di fascino legato all’idea di lusso e prestigio. Tuttavia, il processo nasconde trappole per chi crede di poter immediatamente incassare quanto promesso, senza considerare le variabili fiscali, i costi di conversione e le fluttuazioni della materia prima sul mercato internazionale.
In definitiva, ciò che arriva nelle mani dei vincitori è quasi sempre ben più basso rispetto a quanto proclamato in TV. Solo chi è ben informato può davvero comprendere il valore reale del premio vinto, sapendo che dietro alla spettacolarità del formato si celano precise ragioni fiscali e operative, che riducono considerevolmente la cifra finale.