Nel panorama attuale delle agevolazioni sociali e fiscali, compilare in modo corretto e completo la dichiarazione ISEE rappresenta un passaggio fondamentale, soprattutto per chi percepisce una pensione e può accedere a diverse misure di sostegno economico. Un semplice errore di valutazione o la sottovalutazione di alcuni passaggi procedurali rischiano di trasformarsi in una perdita effettiva di benefici, fino a coinvolgere anche responsabilità di natura amministrativa o penale.
La dichiarazione ISEE e la posizione del pensionato
L’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) è un documento cruciale per accedere a bonus come la pensione di cittadinanza, il bonus sociale, l’esenzione ticket o le riduzioni sui servizi comunali. Per i pensionati, la corretta presentazione della DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica) è ancora più rilevante, dati i molteplici benefici disponibili in funzione della situazione patrimoniale e reddituale dichiarata.
Il primo errore da evitare consiste nell’omissione o errata indicazione dei dati patrimoniali: spesso si pensa che basti inserire soltanto il reddito della pensione, trascurando l’esistenza di conti correnti, libretti postali, piccoli investimenti o immobili anche di modesto valore. Questo approccio è fuorviante e può produrre un calcolo ISEE non veritiero, portando a risultati penalizzanti o, al contrario, a indebite agevolazioni con conseguenti richieste di recupero o sanzioni severe.
L’errore più comune che fa perdere denaro: il patrimonio sottovalutato
Il più diffuso e insidioso errore commesso nella compilazione dell’ISEE riguarda la dichiarazione incompleta o non aggiornata del patrimonio. Questo aspetto, spesso trascurato, comporta due rischi opposti ma ugualmente gravi:
- Calcolo di un ISEE superiore al reale: accade quando, per eccesso di cautela o per mancanza di informazioni aggiornate, si dichiara un patrimonio maggiore, includendo ad esempio conti bancari chiusi, titoli già riscossi, o immobili non più posseduti. Questo porta ad escludersi da prestazioni a cui si avrebbe pieno diritto, determinando una perdita economica diretta in termini di bonus e agevolazioni non concessi.
- Calcolo di un ISEE inferiore al reale: la situazione opposta si verifica quando si dimenticano, omettono o sottostimano valori patrimoniali (ad esempio piccoli depositi dimenticati, conti cointestati, eredità non segnalate). In questo caso si rischia, spesso inconsapevolmente, di beneficiare di misure pubbliche senza averne titolo. Quando l’Agenzia delle Entrate o l’INPS rilevano la discrepanza, il pensionato si vede revocare le agevolazioni già ottenute, con obbligo di restituzione e l’applicazione di pesanti sanzioni amministrative che possono arrivare a decine di migliaia di euro, fino a ipotesi di responsabilità penale in caso di importi rilevanti.
È pertanto essenziale compilare con estrema attenzione tutte le sezioni relative a immobili posseduti, conti e libretti (inclusi quelli cointestati o dormienti), nonché eventuali titoli, azioni o buoni fruttiferi. Non è sufficiente attenersi al mero importo della pensione: ogni voce patrimoniale incide sul valore dell’ISEE e può determinare la soglia di accesso a numerose agevolazioni.
Conseguenze pratiche e rischi da errore nella dichiarazione
La sottovalutazione del patrimonio ai fini ISEE ha ripercussioni concrete:
- Revoca dei benefici: anche quando si ottiene legittimamente un bonus che dipende dalla soglia ISEE, la sua revoca è automatica qualora venga accertato un errore nei dati forniti.
- Restituzione delle somme percepite: oltre alla perdita dell’agevolazione, il pensionato è tenuto a restituire tutte le somme incassate indebitamente, anche per diversi anni.
- Sanzioni finanziarie amministrative: la normativa prevede multe che possono arrivare fino a 25.000 euro in proporzione al beneficio ricevuto, oltre al versamento del triplo dell’importo percepito in caso di dolo o omissione consapevole.
- Rischio di procedimento penale: se l’errore (anche involontario) determina un indebito superiore a 3.999,96 euro, è prevista la trasmissione degli atti all’Autorità Giudiziaria per l’apertura di un procedimento penale, con possibile condanna alla reclusione da 3 mesi fino a 6 anni nei casi più gravi.
Il controllo incrociato tra i dati del richiedente, gli archivi fiscali dell’Agenzia delle Entrate, e le banche dati dell’INPS rende molto elevata la probabilità di scoperta degli errori, anche a distanza di tempo dalla fruizione dei benefici. La responsabilità della compilazione resta sempre in capo al dichiarante, anche quando viene delegata a un CAF o a un altro intermediario abilitato.
Come evitare errori e tutelare il proprio diritto alle agevolazioni
Per evitare di commettere errori che possono costare molto caro, è indispensabile adottare alcune buone pratiche:
- Verificare tutti i dati: prima di confermare la DSU all’INPS, controllare la presenza e la correttezza di ogni informazione su immobili, depositi, conti correnti, libretti, titoli e partecipazioni, consultando la documentazione bancaria e catastale aggiornata.
- Non trascurare il nucleo familiare: includere nel nucleo familiare eventuali coniugi non conviventi e i figli fiscalmente a carico, anche se residenti altrove e con redditi minimi a seconda delle modifiche normative in vigore dal 2024.
- Aggiornare periodicamente la situazione: l’ISEE ordinario si basa sui redditi e patrimoni di due anni precedenti; se ci sono stati cambiamenti significativi (eredità, vendite immobiliari, chiusura o apertura di conti), conviene richiedere un ISEE corrente per presentare dati più attuali e veritieri.
- Rimediare tempestivamente in caso di errore: se ci si accorge di aver commesso una svista o di aver omesso dei dati, si può immediatamente presentare una nuova DSU correttiva per aggiornare la dichiarazione, evitando in molti casi conseguenze più gravi grazie all’autodenuncia e alla pronta rettifica.
- Rivolgersi a un CAF affidabile: la consulenza di un centro di assistenza fiscale qualificato aiuta a interpretare correttamente i propri obblighi e le normative in costante evoluzione, riducendo il rischio di errori formali e sostanziali.
La diligenza nella compilazione e il rispetto delle regole sono il presupposto per mantenere il diritto pieno alle agevolazioni e tutelarsi da rischi e imprevisti futuri.
In definitiva, soprattutto per i pensionati, è la trasparenza e l’accuratezza nella dichiarazione ISEE a incidere concretamente sulla qualità e sulla quantità dei benefici ottenibili: anche una piccola dimenticanza sul patrimonio può fare la differenza tra l’ottenere o perdere sostegni preziosi nel bilancio familiare.