Sai a che temperatura avviene il lavaggio a secco? Scopri il dettaglio che fa la differenza

Il lavaggio a secco si distingue dal lavaggio tradizionale ad acqua perché utilizza solventi organici al posto dell’acqua, permettendo di detergere delicatamente tessuti che potrebbero rovinarsi o restringersi a contatto con la semplice acqua e detergenti. Questo metodo è fortemente consigliato per abiti pregiati, capi delicati come la seta, il velluto, alcuni tipi di lana e abbigliamento con decorazioni o applicazioni che rischierebbero di deteriorarsi nei normali cicli di lavatrice.

Come funziona il ciclo di lavaggio a secco

Il procedimento si basa sull’immersione dei capi all’interno di macchinari specifici simili a lavatrici ma dotati di una struttura molto più sofisticata. Al posto dell’acqua, all’interno della botte viene immesso un solvente – in passato percloroetilene, oggi spesso sostituito da alternative più ecologiche – che passa attraverso diversi filtri trattenendo le impurità rimosse dai tessuti. Al termine della fase di detersione, il solvente viene recuperato tramite un processo di distillazione che lo separa dallo sporco per poi essere riutilizzato.

Un dettaglio tecnico molto importante è che il solvente viene riscaldato durante la fase di distillazione, ma il vero e proprio ciclo di lavaggio avviene normalmente a temperature basse. Di solito il lavaggio diretto si mantiene tra 20°C e 30°C, valore che permette di pulire efficacemente i capi senza rischiare danni ai tessuti più sensibili. Questo regime termico fa la differenza rispetto ai lavaggi tradizionali ad acqua calda, che si spingono fino a 40°C o 60°C a seconda della resistenza dei tessuti.

La temperatura: il dettaglio che fa la differenza

Il motivo per cui il lavaggio a secco si mantiene su temperature contenute è duplice. Da una parte, i solventi organici sono molto più efficaci nella rimozione delle macchie di grasso e di alcune sostanze solubili rispetto all’acqua, anche a basse temperature. Dall’altra, molte fibre naturali e artificiali rischierebbero di alterarsi, perdere consistenza, forma o colore se sottoposte a calore elevato in presenza di solventi chimici.

La fase di asciugatura può comportare temperature leggermente superiori, in quanto si tratta di eliminare ogni traccia di solvente dai tessuti. In questa fase, si possono raggiungere temperature che variano in base al tipo di fibra trattata, ma solitamente si rimane ben al di sotto delle temperature aggressive dei cicli di asciugatura a tamburo delle lavatrici domestiche.

Il controllo termico è quindi un elemento chiave nella cura dei tessuti attraverso il lavaggio a secco: troppe oscillazioni potrebbero compromettere l’integrità dei capi più delicati, mentre temperature troppo basse rischiano di lasciare residui di sporco secco o macchie persistenti.

Vantaggi e rischi legati alla temperatura nella pulizia a secco

Innanzitutto, lavando a temperature contenute, si preservano le proprietà originarie dei tessuti: colore, forma, resistenza e morbidezza rimangono inalterate. Questo rende il lavaggio a secco ideale per abiti di alta sartoria, abiti da sera, completi maschili, cappotti, piumini e per tutto ciò che presenta materiali o lavorazioni particolari, come ricami, passamanerie e inserti che potrebbero rovinarsi o restringersi nel lavaggio tradizionale.

I principali vantaggi del lavaggio a secco a bassa temperatura includono:

  • Minore rischio di restringimento: soprattutto per capi di lana, cashmere, seta o viscosa.
  • Protezione delle tinte: il rischio di scolorimento è ridotto grazie all’assenza di acqua calda.
  • Rimozione efficace di macchie grasse: i solventi organici sciolgono facilmente oli e grassi anche senza alte temperature.
  • Conservazione della forma: non si rischia che le fibre si deformino o si annodino tra loro.
  • Non sono da escludere, tuttavia, alcuni potenziali rischi se la temperatura non viene gestita correttamente:

  • Danni termici ai tessuti sintetici: alcuni materiali plastici e fibre tecniche possono essere sensibili anche a lievi aumenti di calore e ai solventi, richiedendo un controllo ancora più attento.
  • Residui di solvente: una fase di asciugatura inefficace dovuta a temperature troppo basse potrebbe lasciare odori o residui nei tessuti.
  • Difficoltà di lavorazione per determinate macchie: in rari casi specifici, può rendersi necessario ricorrere a smacchiature localizzate con brevi aumenti di temperatura, sempre sotto controllo tecnico.
  • Innovazione e sicurezza: il ruolo del controllo termico

    La moderna industria del lavaggio a secco pone sempre maggiore attenzione sia alla sostenibilità ambientale sia alla sicurezza dei tessuti e degli operatori. I macchinari più avanzati sono dotati di sensori e sistemi di regolazione automatica della temperatura, mentre la scelta dei solventi tende a privilegiare composti meno impattanti sul piano ambientale e della salute.

    Se un tempo il percloroetilene dominava il settore, oggi si fanno largo alternative come l’idrocarburo, il silossano o prodotti a base d’acqua (lavaggio a umido professionale), che richiedono anch’essi un controllo di temperatura estremamente preciso durante tutte le fasi. In questa direzione, il rispetto dei parametri termici consente non solo di ottenere indumenti perfettamente puliti, ma anche di ridurre emissioni di solventi in atmosfera e i potenziali rischi per l’uomo.

    Il rispetto delle normative di sicurezza internazionali prevede quindi che:

  • Le temperature di esercizio siano costantemente monitorate.
  • I solventi vengano recuperati e trattati tramite sistemi di ventilazione filtrata e riciclo, per ridurre al minimo le dispersioni.
  • L’asciugatura finale sia gestita con strumenti in grado di garantire il completo allontanamento dei residui senza superare i limiti di tolleranza delle fibre.
  • Adottando queste tecnologie e pratiche, si contribuisce a rendere il lavaggio professionale non solo efficace ed economico sul lungo periodo, ma anche più green e sicuro rispetto al passato.

    Quando preferire il lavaggio a secco rispetto al lavaggio tradizionale

    Riservare il lavaggio a secco ai capi più delicati è una scelta di rispetto verso i propri abiti. Non tutti i tessuti richiedono questa cura: il cotone, molti sintetici e la biancheria possono essere lavati efficacemente ad acqua a temperature più elevate, che possono raggiungere anche i 60°C per i tessuti bianchi resistenti. Tuttavia, ogni indumento che indichi sull’etichetta “solo lavaggio a secco” va trattato esclusivamente con questo metodo, con particolare attenzione ai parametri termici.

    Per scegliere tra lavaggio ad acqua o a secco, bisogna considerare:

  • Tipo e delicatezza del tessuto
  • Tipologia delle macchie da trattare
  • Presenza di applicazioni o imbottiture
  • Requisiti di conservazione nel tempo
  • Rispetto delle indicazioni di lavaggio in etichetta
  • Nel lavaggio quotidiano domestico, la temperatura dell’acqua viene spesso regolata in base al colore e alla delicatezza dei capi, passando dai 30°C per fibre sintetiche e colori ai 40-60°C per lino, cotone o biancheria da letto. Nel lavaggio a secco, invece, l’efficacia della pulizia è affidata quasi esclusivamente al potere solvente dei liquidi utilizzati e al controllo scrupoloso della temperatura, elemento chiave e irrinunciabile che fa veramente la differenza nella conservazione e valorizzazione dei capi trattati.

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